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Ghiffa

 

Informazioni e luoghi d'interesse

Sotto il nome Ghiffa ricade un vasto territorio comunale composto da numerose piccole frazioni, distribuite tra il Lago Maggiore e la fascia collinare che da Verbania risale verso la Svizzera.

 

 

STORIA

 

I primi insediamenti risalgono all’epoca della civiltà dei Golasecca e dell’Età del ferro, come testimoniano le incisioni rupestri e i reperti rinvenuti nell’area del Sacro Monte di Ghiffa.
Nel XVII secolo, il cardinale Giacomo Antonio Moriggia, fece di Ghiffa un luogo d’incontro di artisti e letterati che diedero vita a un rinascimento lacustre.
Con il XIX secolo si sviluppa il trasporto via lago e il completamento della strada litoranea che risale verso la Svizzera. Ghiffa diventa così polo d’attrazione sia turistica, con l’edificazione di alberghi e grandi e prestigiose ville, sia per l’industria, in particolare quella del cappello. Si afferma la ditta Panizza che nel 1879 inaugura l’omonimo cappellificio collocato sulla riva del lago.

 

 

LUOGHI D’INTERESSE

 

- SACRO MONTE: situato lungo le pendici boscose del monte Cargiago, in una splendida posizione panoramica, nel 2003 il complesso monumentale è stato inserito dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale insieme ad altri sei Sacri Monti piemontesi.
Tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, fu concepito un piano edilizio per l’ampliamento dell’antico oratorio dedicato alla Santissima Trinità e la costruzione, attorno ad esso, di un Sacro Monte sulla collina fitta di boschi. Altri interventi costruttivi ebbero luogo tra la metà del XVII ed il secolo successivo.
Nel suo stato attuale il Sacro Monte comprende, oltre al santuario, tre cappelle dedicate a differenti soggetti biblici e l’elegante porticato della Via Crucis.
Dalla zona del Sacro Monte (350 m) si estende, fino alla cima del monte Cargiago (713 m), una vasta RISERVA NATURALE DEL SACRO MONTE DI GHIFFA, percorsa da numerosi sentieri fiancheggiati da muretti in pietra a secco e da caratteristiche cappelle votive.
Il bosco in questa zona è caratterizzato dalla predominanza del castagno e di altre latifoglie, soprattutto querce, tigli, aceri, frassini, ontani e betulle e di specie arbustive quali l’agrifoglio, il pungitopo, il nocciolo e il nespolo.
L’ambiente boschivo rappresenta un imprescindibile ecosistema in cui si segnala la presenza stabile di caprioli, tassi, volpi, scoiattoli, martore, faine, mentre saltuari il cinghiale e il cervo. Tra l’avifauna spicca invece il picchio nero, specie piuttosto rara e in genere relegata ai tranquilli boschi di alta quota.
A livello morfologico si identificano due importanti unità ambientali riassumibili nello scosceso versante orientale (verso il lago Maggiore) e nel versante occidentale (bacino del rio Ballona), caratterizzato da un pendio più dolce e ricco di piccoli corsi d’acqua.

 

- MONASTERO DELLE BENEDETTINE DEL SS SACRAMENTO: risale al primo Novecento e trova posto sulle rovine di un antico edificio patrizio. Dal 1906 vive una comunità di circa 50 monache che segue la Regola benedettina.

 

- CASTELLO DI FRINO: fu edificato intorno al 1600 dai marchesi Moriggia e poi venduto nel 1896 all’architetto Giuseppe Pirovano che lo restaurò fino a riportarlo all’antico splendore. In anni recenti è stato trasformato in albergo-ristorante.

 

- MUSEO DELL’ARTE DEL CAPPELLO: ha sede in alcuni locali del nucleo primigenio di fabbricati che costituivano il vecchio e glorioso cappellificio Panizza. Questo eclettico spazio museale nasce per raccontare la storia di un mestiere diventato arte e di un territorio diventato eccellenza italiana.
Nel 1994, il sogno degli ex cappellai di trasformare la fabbrica in un museo finalmente si realizzò grazie alla donazione del suo ultimo proprietario, Antonio Gamba.
Il principale richiamo del museo è costituito da alcuni vecchi macchinari e attrezzature che furono attivi nel cappellificio, archivi fotografici, rarissimi video, collezioni e stampe, messi a disposizione per far conoscere come dal pelo di coniglio l’ingegno umano arrivò a realizzare copricapi destinati a fare la storia.
Oltre all’area dedicata alla produzione, il museo si compone di atre sezioni di interesse culturale, tra cui una collezione dedicata ai cappelli etnici, inaugurata nel 2007, e una raccolta di bambole, dalle più antiche alle Fashion Dolls del XX secolo, spesso caratterizzate da eleganti cappellini.

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