Informazioni e luoghi d'interesse
Situato tra il Lago Maggiore e la montagna, sul delta del torrente Selva Spessa e sulle pendici del monte Camoscio e del Mottarone, Baveno unisce le caratteristiche di località turistica e industriale. La posizione unica e privilegiata davanti al golfo Borromeo fa della città una interessante meta turistica.
Fino a tutto il XVIII secolo l’economia del luogo si basava in modo predominante sull’agricoltura e sull’attività di undici piccoli mulini e un torchio; contemporaneamente risultava molto attivo il commercio di legname e carbone, mentre una nuova attività si stava affacciando nel panorama economico del lago: l’escavazione del granito rosa, che nel XIX secolo assunse una dimensione industriale dovuta a un forte sviluppo tecnologico, con l’avvento delle mine e delle seghe ad acqua.
Nell’Ottocento vennero edificati i primi alberghi dove soggiornarono ospiti illustri come Schubert e Alexandre Dumas. Durante la Seconda guerra mondiale l’hotel Belle Vue fu sede del presidio tedesco.
LUOGHI D’INTERESSE
- CHIESA DEI SANTI GERVASO E PROTASO: costruita intorno all’XI secolo e consacrata il 25 luglio 1345. Ristrutturata nei secoli XVII e XVIII, conserva sulla facciata e in una parte del muro laterale gli aspetti caratteristici dello stile romanico. La facciata presenta un andamento a capanna, con pietre squadrate nelle quali si innestano eleganti archetti pensili e rampanti. Il portale, ad archivolto, è ampio, con capitelli decorati con motivi vegetali, davanti al quale nel 1841 fu costruito un piccolo portico, distrutto nel 1935. In origine la chiesa possedeva un’unica e ampia navata, ma le successive ristrutturazioni hanno portato alla realizzazione dei contrafforti laterali, delle cappelle, della copertura a volta, dell’abside e della sagrestia.
- BATTISTERO: è una costruzione risalente al periodo rinascimentale, ma in realtà è del V secolo. Esternamente appare in pianta quadrata, ma all’interno corrisponde l’originale pianta ottagonale, con cupola affrescata intorno al XVI secolo, e nicchie alternate tra rettangolari e semicircolari. Possiede un’alta volta romanica, completamente affrescata. Davanti si trova un porticato sorretto da quattro colonne in granito.
- PORTICATO DELLA VIA CRUCIS: adiacente alla Chiesa fu costruito nel 1839 dopo lo spostamento del cimitero, che, con le sue pregevoli arcate a tutto sesto, sorrette da colonne in granito accresce la bellezza del luogo. Una piccola appendice che sembra appartenere al porticato è invece la cappella del Sepolcro.
- CASA MORANDI: posizionata nell’antico quartiere Domo la casa, datata XVIII secolo, ha quattro piani collegati all’esterno da scale e con ballatoio su ogni piano. Le aggiunte contemporanee contraffanno quello che doveva essere l’aspetto originario; resta a vista la muratura, a pietre scistose in corsi irregolari, che terminano in angoli di pietre sbozzate.
- VILLA FEDORA: appena oltre il torrente Selva Spessa, sorge questa villa immersa nella frescura del Parco Comunale La parte più notevole della dimora, quella che si affaccia sul lago, è movimentata da colonnati che formano portici sovrapposti tra il pianterreno ed il primo piano; una serie di finestre simmetriche, con persiane verde pallido che spiccano nel giallo dei muri, ben rendono l’idea della dimora ottocentesca.
Costruita nel 1857 fu utilizzata per lunghi anni come sede dell’Organizzazione Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI), ceduta negli anni Sessanta del XX secolo alla Camera di Commercio di Novara (ora Verbania). Il parco della villa è a disposizione del pubblico e al suo interno si possono ammirare i più tipici esemplari della flora locale.
- VILLA BRANCA: eretta tra il 1871 e il 1873 in stile gotico inglese, costruita in mattoni rossi a vista. All’interno del parco vi sono due cappelle per il rito anglicano e cattolico. Ospiti illustri di questa villa, non aperta al pubblico, furono Federico III e la Regina Vittoria.
Nel gennaio 2007 la villa venne gravemente danneggiata da un incendio; un restauro ha però riportato la residenza al suo splendore originario.
- VILLA DELLA CASA: realizzata nel 1875 è realizzata in stile svizzero con bei balconi scolpiti. Sulla facciata principale è presente il motto della ditta Della Casa “Labor Prima Virtis”. Lungo le facciate sono presenti tondi in terracotta raffiguranti personalità storiche e culturali. All’interno del giardino un imponente esemplare di Ginkgo biloba piantato nel 1875 e oggi tra i più grandi d’Europa.
- VILLA MUSSI: posizionata nella frazione Oltrefiume, è una struttura composita a pianta estremamente irregolare, unione successiva di diversi corpi; il principale è databile alla seconda metà del XVII secolo. La sua facciata, rivolta a sud, mostra un loggiato centrale a tre ordini di colonne monolitiche sovrapposte, e ai lati si articolano due ali asimmetriche. Il grande parco, attiguo alla villa e ad essa collegato da un sottopasso, è oggi parco pubblico comunale.
- MUSEO GRANUM: lo spazio museale, ospitato in una sala dello storico Palazzo Pretorio, è un punto informatico multimediale e multisensoriale dedicato al granito Rosa ed alla sua importanza storica ed economica per il territorio di Baveno, pensato anche per rappresentare la ricchezza di percorsi e luoghi della lavorazione della pietra nel territorio del Verbano Cusio Ossola.
Lo spazio espositivo è diviso in quattro aree tematiche, a partire dalla presentazione del granito rosa e delle più note varietà lapidee del territorio. Segue una sezione dedicata alle straordinarie rarità mineralogiche, una dedicata al mestiere e alle tecniche di lavorazione del granito ieri e oggi, infine viene tracciata la storia dello sfruttamento e dell’impiego del granito in zona ed all’estero.
GranUM, che intende rappresentare la memoria storica dell’attività estrattiva di tutto il comprensorio del “Granito dei Laghi”, lavora in rete con l’Ecomuseo del Granito di Montorfano ed estende l’attività di valorizzazione su tutto il territorio di Baveno. La più significativa estensione del Museo all’aperto è rappresentata dal sentiero dei Picasass, percorso escursionistico che conduce all’area estrattiva del Monte Camoscio. Esso prende nome dal termine dialettale con cui erano indicati i cavatori e porta a un’installazione paesaggistica con blocchi di pietra in diversi stadi di lavorazione e pannelli fotografici con scene di lavoro. La prosecuzione del percorso conduce da un lato alla via ferrata dei Picasass e dall’altro permette di raggiungere la cima del Monte Camoscio e collegarsi con l’itinerario per la vetta del Mottarone.